Aggiornamenti di sicurezza: perché ignorarli può costare caro

Nel 2017, l’attacco ransomware WannaCry ha paralizzato ospedali, aziende e istituzioni pubbliche in oltre 150 Paesi. La vulnerabilità sfruttata era già stata corretta da Microsoft mesi prima. Eppure, molti sistemi non erano stati aggiornati. Il risultato? Perdite multimilionarie e dati sensibili compromessi.

Oggi, a distanza di anni, lo scenario non è cambiato: le vulnerabilità note restano tra le cause principali delle violazioni di sicurezza. Nel 2023 sono state identificate oltre 65.000 nuove vulnerabilità (CVE), rendendo difficile per le organizzazioni stabilire le priorità e intervenire tempestivamente. (Help Net Security, gennaio 2024).​ Molte aziende faticano a rilevare e gestire tutti gli asset connessi alle loro reti, aumentando il rischio di esposizione a vulnerabilità non corrette.

Ecco perché, in un contesto aziendale, la gestione degli aggiornamenti e delle patch non è più una semplice attività IT, ma un elemento chiave della strategia di cybersecurity. L’aggiornamento delle patch di sicurezza è fondamentale perché consente di correggere vulnerabilità note nei software e nei sistemi operativi, impedendo che queste falle vengano sfruttate da criminali informatici per attacchi come malware, ransomware o accessi non autorizzati. Le patch rappresentano la prima linea di difesa contro minacce immediate e specifiche, riducendo il rischio di violazioni dei dati e compromissioni dei sistemi. Inoltre, mantenere aggiornati i dispositivi con le patch di sicurezza garantisce la protezione contro le minacce più recenti, migliorando la sicurezza complessiva e la stabilità del sistema. L’applicazione regolare delle patch è anche essenziale per rispettare normative di settore e standard di conformità, come RGPD o HIPAA, che richiedono aggiornamenti tempestivi per la sicurezza. Le patch, insieme agli aggiornamenti software più ampi, contribuiscono a mantenere il software robusto e resiliente, introducendo miglioramenti nelle funzioni di sicurezza e nella performance generale del sistema.

Cosa sono le patch di sicurezza (e perché sono fondamentali)
Ogni software – sistema operativo, applicazione, firmware – contiene inevitabilmente delle vulnerabilità. I vendor rilasciano aggiornamenti e patch per correggere queste falle non appena vengono individuate.
Le patch di sicurezza
chiudono accessi non autorizzati (backdoor e exploit), prevengono l’esecuzione di codice malevolo e proteggono dati e infrastrutture critiche.
In assenza di patch, un’azienda diventa un bersaglio facile per attacchi automatizzati (botnet, ransomware-as-a-service, etc.).

I rischi di una gestione inefficace delle patch
Un approccio superficiale agli aggiornamenti può esporre l’organizzazione a:

  • Violazioni dei dati → Esfiltrazione di informazioni riservate;
  • Interruzioni operative → Sistemi bloccati da malware o ransomware;
  • Danni reputazionali → Perdita di fiducia da parte di clienti e partner;
  • Sanzioni normative → Inadempienza al GDPR o alla direttiva NIS2.

Secondo il Cost of a Data Breach Report 2023 di IBM, il costo medio di una violazione è di oltre 4 milioni di dollari. E spesso, una semplice patch non installata è l’anello debole.

In ambito aziendale, la cybersecurity non è più solo un tema tecnico, ma una questione di governance, rischio e business continuity. Le patch di sicurezza sono tra le difese più economiche, ma anche più trascurate. Ignorare o ritardare l’applicazione delle patch può portare a gravi conseguenze, tra cui maggior vulnerabilità agli attacchi informatici, perdita di dati, e interruzioni operative.

L’aggiornamento delle patch influisce inoltre positivamente sulle prestazioni del sistema.
Le patch permettono al software di funzionare al massimo dell’efficienza, sfruttando i progressi tecnologici per ridurre il carico sul sistema, aumentare la velocità e migliorare l’esperienza utente complessiva.

Per bilanciare efficacemente l’aggiornamento delle patch con il mantenimento della produttività aziendale, è necessario adottare una strategia strutturata e ben pianificata che minimizzi l’impatto operativo pur garantendo la sicurezza. Ecco i punti chiave:

  1. Definire una politica di gestione delle patch chiara e formalizzata
    Stabilire regole precise su quali patch applicare, quando e con quali priorità, tenendo conto della gravità delle vulnerabilità e dell’impatto sulle operazioni. Questo aiuta a evitare aggiornamenti ad-hoc e incoerenti che possono causare disservizi.
  2. Prioritizzare le patch in base al rischio e all’impatto
    Non tutte le patch hanno la stessa urgenza. Bisogna concentrarsi prima sulle patch di sicurezza critiche che mitigano vulnerabilità gravi, mentre quelle meno urgenti o funzionali possono essere programmate in momenti meno impattanti per l’attività aziendale.
  3. Automatizzare il processo di gestione delle patch
    L’uso di strumenti automatizzati consente di monitorare, testare e distribuire le patch in modo efficiente, riducendo errori umani e tempi di inattività. L’automazione permette anche di pianificare le installazioni durante le ore non di punta, limitando l’interruzione del lavoro.

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Una gestione proattiva delle patch e una visibilità completa degli asset IT sono fondamentali per ridurre il rischio di compromissioni.

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