La cybersecurity della supply chain è diventata una priorità strategica per le aziende italiane, soprattutto con l’entrata in vigore della Direttiva NIS2.
Questo nuovo quadro normativo segna un cambio di paradigma: la sicurezza informatica non è più solo una questione interna, ma riguarda l’intero ecosistema di fornitori, partner e subfornitori digitali.
Un aspetto centrale della nuova normativa è l’attenzione alla cybersecurity lungo la supply chain, un’area spesso sottovalutata ma critica per la sicurezza complessiva dei sistemi aziendali.
La NIS2 richiede un approccio olistico alla gestione del rischio, includendo terze parti, fornitori e partner tecnologici nella valutazione e mitigazione delle vulnerabilità.
Supply Chain: il punto debole della sicurezza
Nel contesto attuale, molte aziende si affidano a fornitori esterni per software, infrastrutture cloud, servizi gestiti e componenti hardware. Tuttavia, ogni anello esterno rappresenta un possibile punto di ingresso per attacchi come Software Supply Chain Attacks (es. compromissione di aggiornamenti o librerie open source), Accesso non autorizzato tramite fornitori di servizi, Furto di credenziali o vulnerabilità nei sistemi dei partner.
Un singolo fornitore vulnerabile può compromettere la sicurezza di tutta la filiera, causando danni economici, reputazionali e operativi anche alle aziende più strutturate. Secondo il Rapporto Clusit 2025, i cyber attacchi gravi sono in aumento e spesso sfruttano proprio le debolezze di terze parti o subfornitori.
Cosa richiede la NIS2 sulla sicurezza della supply chain
La direttiva obbliga le organizzazioni “essenziali” e “importanti” a mappare i fornitori critici e valutare i rischi associati, integrare la cybersecurity come criterio nei processi di procurement, verificare che i fornitori rispettino standard di sicurezza adeguati, predisporre misure contrattuali per la gestione degli incidenti e la condivisione delle informazioni, monitorare in modo continuo l’efficacia delle contromisure implementate lungo la filiera.
Gli ambiti principali per la protezione della supply chain da presidiare sono i seguenti:
- Gestione del rischio dei fornitori: Le aziende devono identificare, valutare e monitorare continuamente i rischi associati a fornitori e partner, adottando misure preventive e controlli periodici per mitigare le vulnerabilità lungo tutta la catena di approvvigionamento.
- Due diligence e audit: È necessario condurre valutazioni approfondite dei fornitori, anche tramite audit periodici, e inserire nei contratti clausole specifiche di sicurezza informatica.
- Piani di risposta agli incidenti: Le organizzazioni devono integrare nei propri piani di incident response scenari che coinvolgono la supply chain, prevedendo azioni di contenimento, comunicazione e continuità operativa in caso di compromissione di un fornitore.
- Coinvolgimento dei subfornitori: La NIS2 impone visibilità anche sulla supply chain allargata, chiedendo alle aziende di conoscere e valutare anche i subfornitori utilizzati dai propri partner diretti.
- Mappatura e classificazione dei fornitori: Le aziende devono mappare la propria supply chain, classificando i fornitori in base alla criticità e documentando le dipendenze e le interconnessioni tra di essi.
Best practice per la compliance
Per affrontare con successo la sfida della NIS2 sulla supply chain, le aziende dovrebbero implementare: un framework strutturato di gestione del rischio della supply chain, effettuare una mappatura dettagliata dei fornitori e delle dipendenze critiche, introdurre audit periodici e contratti con clausole di sicurezza, prevedere piani di risposta agli incidenti specifici per la supply chain, promuovere la formazione continua su rischi e procedure di cybersecurity tra dipendenti e fornitori.
Conclusione
La NIS2 rappresenta un punto di svolta per la sicurezza della supply chain: non solo impone nuovi obblighi, ma richiede un cambio di mentalità, con una visione olistica e collaborativa della cybersecurity. Solo così sarà possibile costruire una filiera digitale resiliente e affidabile, proteggendo non solo la propria azienda ma l’intero ecosistema di cui si fa parte.
Investire nella sicurezza della supply chain è oggi una necessità strategica. La protezione della propria organizzazione passa anche dalla protezione dell’ecosistema in cui opera.
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